Stavo passeggiando a Torreblanca, in Spagna. Di solito non mi guardo intorno, ma quella volta notai, per un qualche motivo, un uccello, un colombo che se ne stava sul ciglio di un fosso. Le ali spiegate; insanguinato si guardava attorno quasi stesse implorando aiuto.
Non potevo starmene lì facendo finta di niente. Chiamai sul cellulare mia moglie Veera e le dissi di raggiungermi con l’auto. Dovevamo portare il colombo dal veterinario. Quando arrivammo all’ambulatorio, il veterinario guardò l’ala e disse che non poteva essere guarita. Il colombo non avrebbe più potuto spiccare il volo. Aveva perso anche molto sangue, ragion per cui l’anestesia l’avrebbe ucciso. Disse che era meglio farlo morire. Ma il colombo mi guardava con quello sguardo implorante. Decidemmo comunque di provare. Pagammo per l’intervento e il veterinario fece quanto in suo potere: l’anestetizzò e gli amputò parte dell’ala.
Il colombo non morì. Mia moglie l’alimentò imbeccandolo per due settimane, dopodiché cominciò a mangiare da solo. Gli costruimmo anche una propria gabbia. Il veterinario aveva detto che si trattava di un maschio, quindi cominciammo a cercargli una compagna. Comprammo una bella colomba bianca.
Ma i due volatili non seppero abituarsi l’uno all’altra. Tornammo dal veterinario con il nuovo acquisto. Il veterinario lo esaminò e disse che si trattava di un maschio. Lo liberammo. Ma volevamo comunque che il nostro colombo non restasse solo. Andammo di nuovo in giro e trovammo una nuova colomba. Il venditore ci assicurò che questa volta si trattava veramente di una femmina. Era un bell’esemplare-tutto impettito si pavoneggiava. Aveva perfino vinto un concorso. Nella gabbia si appollaiava sempre sul trespolo più alto, e per l’invalido la moglie costruì una scala, affinché lui la raggiungesse. Agli inizi sembrò però che anche questa unione non funzionasse, ma poi, col tempo, le cose cambiarono. Ora i due colombi tubano l’uno all’altro e stanno sempre insieme.
Non potevo smettere di pensare. Perché il mio destino mi aveva portato a scorgere quell’uccello ferito? Prché mai l’avrei dovuto salvare, visto che mi sarebbe costato fatica e denaro: le visite dal veterinario, la gabbia e tutto il resto? Non rimpiansi però la mia decisione perché altrimenti sarebbe morto nel fosso, da quelle parti vanno in giro molti gatti randagi.
E sapevo anche che fin dai tempi antichi la colombe sono simbolo di pace, di speranza e d’amore. Infatti si parla ancora oggi di colomba della pace. Questo colombo ferito veniva per me a rappresentare in maniera perfetta quanto oggi succede nel mondo.
Dopo aver salvato il colombo, un giorno lessi che all’università di Chicago, fin dal 1947, era stato messo in funzione a cura del Bulletin of the Atomic Scientist, il cosiddetto orologio del Giorno del giudizio. Questo progetto di studio controlla quanto succede in tutto il mondo. Le ore 12 della notte indicano la fatale guerra atomica, la distruzione completa. Col tempo, le lancette dell’orologio si sono spostate sempre di più verso la mezzanotte. Ancora nel 2015 l’orologia segnava 3 minuti alle 24, ma ora è già a 2,5 minuti. Per decenni non siamo stati altrettanto vicini all’ora della catastrofe nuclere,
Una distruzione che può essere evitata, perché, proprio aiutando il colombo, era chiaro come si sarebbe dovuto promuovere la pace nel mondo. A questa nostra considerazione si unì anche il nostro amico Alexander Nikolaev, un noto orefice russo esperto nel forgiare e disegnare gioielli tradizionali. Si entusiasmò all’idea di fabbricare tante spille d’argento a forma di colomba, che sarebbero state numerate. Vengono vendute o donate solo a quanti desiderano aiutare a difendere la pace, l’amore e la speranza tra gli uomini e i popoli.
Il messaggio della colomba della pace appartiene a tutti i popoli che desiderano conservare la pace nel mondo. Cancellando la guerra possiamo alleviare la vita di chi ha meno e di chi è povero. Tutti devono avere il diritto di vivere felici
Grazie di essere con noi!
Alexander, Leo e Veera.
Quando uno uomo e una donna trovano dentro di sé la pace che cercano, vogliono condividere questo sentimento anche con gli altri. Ecco come pace e armonia possono diventare uno stato d’animo comune. Come la storia, ma anche il giorno d’oggi, ci hanno insegnato,il contrario della pace, cioè la guerra, riesce a diffondere ovunque il dolore e la sofferenza.
SPERANZA significa che sempre dobbiamo continuare a sperare in un futurio migliore. E’ un modo positivo di pensare, che può farci crescere come esseri umani, un sentimento che può essere diffuso incoraggiandoci gli uni con gli altri e nel darci sostegno.
PUREZZA è la capacità di tenere sotto controllo i pensieri: di mantenerli sinceri ed innocenti. Al pensare in modo puro non si uniscono l’odio, l’marezza, l’invidia, il tradimento o la ricerca del proprio personale beneficio. La purezza non è un caos intimo o esterno a noi,
AMORE è la forza più vitale che esista. E’ l’obiettivo più alto da raggiungere, cui ognuno di noi tende con tutto il suo animo.
Crediamo di controllare la Natura, nella realtà la Natura non ha affatto bisogno di noi. Gli esseri animali che sono guidati dall’istinto, non hanno bisogno di noi. Noi invece abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Ogni uomo e donna su questo pianeta ha bisogno dell’aiuto del proprio prossimo. Noi possiamo e dobbiamo spargere intorno a noi il sentimento della pace, dell’armonia, della purezza e della speranza. E’ l’alta missione cui siamo chiamati. E’ l’essenza stessa del senso della vita. E’ la nostra santa missione.
© RAUHANKYYHKY SÄÄTIÖ SR